The Studio Hamelin Blog
Blog di grafica, stampa, Internet, pubblicità di varia natura e tanta saggezza by Studio Hamelin di Firenze
Stampare a fianco dei dinosauri
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Mi capita spesso di stampare in collaborazione con tipografie esterne di lunga tradizione, a cui il cliente si affida da molte generazioni. Sono esperienze in parte divertenti, delle vere sfide inter-generazionali; d'altro canto, il modo di lavorare del tipografo medio è rimasto a circa 40 anni fa. La tecnica tipografica, infatti, ha fatto passi da gigante e adesso è tutta un'altra cosa.
Per qualche strano mistero, probabilmente dovuto ad abitudine o a relazione famigliari, ci sono alcuni clienti che continuano a stampare con vecchie tipografie ingenti quantità di materiale stampato: dalle etichette in bobina fino ai cataloghi, passando per confezioni e scatole, solitamente più i clienti sono grandi e hanno storicità, più tendono a voler continuare ad affidare il processo di stampa a tipografie classiche. Questo fa sì che io debba instaurare un rapporto con suddette tipografie e coordinare il mio lavoro grafico con il loro processo produttivo.
Ora, in qualità di grafico (ed art director) da più di 25 anni, posso dire con orgoglio di aver fatto tanta tanta tanta pratica presso suddette tipografie (e legatorie e cartotecniche e fustellerie!): avevo solo 16 anni quando passavo i miei pomeriggi dopo-scuola a fianco di tipografi della vecchia scuola per comprendere il funzionamento delle macchine, e soprattutto l'interazione del mio lavoro con esse.
Avendo ricevuto una formazione di grafico pubblicitario a Firenze negli anni '90, è stato d'obbligo per me far esperienza in ogni campo della produzione tipografica: dalla creazione delle lastre all'impaginazione di un famoso quotidiano, dall'imparare a fare una fustella a mano fino ad usare una pressa o un taglierina, dalle spalmature della serigrafia fino agli inizi della tampografia. E' molto raro ai giorni nostri che un grafico abbia la possibilità di fare questo tipo di esperienza. I tempi sono cambiati e la maggior parte delle nuove generazioni focalizza la propria formazione sul web design, ignorando completamente le fasi fondamentali dell'arte tipografica, che è e rimane puro artigianato. Le aziende, inoltre, rimangono molto riluttanti a prendere apprendisti e questo fa sì che il punto di incontro fra grafica e stampa si sia allontanato moltissimo.
Tuttavia, proprio in questi mesi, dove sì è davvero stampato molto, soprattutto prodotti tipografici e cartotecnici per il mercato estero, ho dovuto rapportarmi in modo continuo con "vecchi fornitori" di miei clienti. Prima di illustrare il modo di lavorare di questi fornitori un po' demodé, devo aprire una piccola parentesi storica.
Le tecniche e i materiali di stampa, a partire dal 1500, hanno subito veramente poche variazioni: sì, le carte sono diventate economiche e sbiancate con prodotti chimici, le macchine sono diventate un po' più veloci e capaci di sopportare grandi quantità di materiale, gli inchiostri sono diventati sintetici, etc etc. Ma IL PROCESSO DI STAMPA DI BASE è rimasto quello per secoli.
Creazione di una lastra (nell'antichità coi caratteri mobili!), preparazione del rotolo di carta, stampa, taglio, legatura. Fra la stampa di un ottavo di Manuzio nel 1500 e la stampa off-set di un libro giallo di oggi ci corre veramente poca differenza, in termini di TECNICA TIPOGRAFICA.
Ci sarebbe da chiedersi per quale ragione siano passati 500 anni senza così tante variazioni in questo settore fondamentale: io penso che innanzitutto la stampa di libri sia sempre stata un'attività controversa e controllata; il potere costituito non ha mai avuto interesse a sviluppare e diffondere la conoscenza, cosa che i i libri a basso costo permettevano; riguardo al settore pubblicitario, non va dimenticato che la prima esperienza di pubblicità politica attuata grazie alla tecnica tipografica fu quella di Lutero contro il Papato attraverso i "volantini" di Lucas Cranach. Furono esperienze dirimenti e molto contrastate dal potere (se pensate che l'Indice dei Libri Proibiti è stato soppresso solo nel 1966), quindi possiamo dire che se da un lato ci furono coloro che trovarono un buon business e una ragione di vita nella stampa (di qualsiasi tipo), ci furono molti altri per cui fu meglio non investirci troppo.
Finita la parentesi storica, posso tornare ai nostri tempi. A partire dagli anni '60, la pubblicità ed il consumismo occidentale hanno sviluppato la quasi totalità della loro propaganda commerciale e culturale basandosi su marchi, colori, persuasione, fotografia, cataloghi, volantini e su su su fino alla fine degli anni '90 in questo modo. Con la rivoluzione informatica e la digitalizzazione di gran parte dei processi culturali ed aziendali, arrivarono anche cataloghi e libri DIGITALI. Ci fu a quel tempo, ovviamente, chi gridò alla scomparsa della carta e della stampa (NdR: è umanamente impossibile che scompaia un'attività che l'uomo fa da quando esiste: ovvero scrivere segni su supporti), che ovviamente non avvenne; tuttavia questo timore della digitalizzazione e della scomparsa della tipografia fisica, diede un grande impulso all'industria tipografica per rinnovarsi.
Nacque la stampa digitale (1969 per l'invenzione, 1984 per la diffusione), scomparvero le antiche lastre (costose e molto inquinanti!), si cominciarono ad usare macchinari veloci, che erano capaci di produrre basse tirature in modo veloce ed economico - in stampa digitale. Ok, ma noi parliamo di un mondo che arriva mentre è presente l'altro mondo.
Mio padre mi rammenta sempre di come, una volta finita la linea treni verso il mare, i vetturini del Bisenzio sparassero contro i treni della Ferrovia che gli sfrecciava davanti: con la rapidità dei cambiamenti odierni, dimentichiamo spesso che quasi sempre nella storia una vecchia tecnologia si affianca ad una nuova tecnologia, prima di essere dismessa del tutto. C'è stato un tempo in cui carrozze con cavalli e auto con motori utilizzavano le medesime strade; un tempo in cui la pasta veniva fatta in casa, ma iniziava a spuntare la Barilla sugli scaffali degli ortolani; un tempo in cui le famiglie lavoravano nei loro laboratori casalinghi mentre le fabbriche impiegavano centinaia di operai.
Questo parallelismo fra nuova tecnologia e vecchia tecnologia è sempre avvenuto e c'è sempre stato chi, per generazione, per mentalità, per risparmio ha tenuto più a lungo i piedi nel passato, mentre il futuro gli sfrecciava davanti.
La stessa cosa è avvenuta nel mondo tipografico. Mentre dal 1984 ad oggi le tecniche di stampa si sono migliorate ed aggiornate costantemente, puntando ad un abbattimento dei costi ed una velocizzazione della produzione, anche a basse tirature, c'è chi - ancora ai giorni nostri - lavora come nel 1970. In questi mesi ho assistito al lavoro lento, impreciso e costosissimo di molte tipografie tradizionali e mi sono stupita che ne rimangano ancora così tante sul mercato.
Purtroppo, se il cliente è abituato a produrre con tempi che non si contano in giorni o settimane ma in MESI, è abituato a pagare cifre di quel tipo, per lavori tutto sommato di qualità spesso anche inferiore (senza prototipi e senza prove di stampa si lavora male!), è molto difficile convincerlo che TECNICAMENTE ormai siamo avanti anni luce e che si sta avvalendo di un fornitore superato.
Come spiegare al cliente che: che esistono CARTE E SUPPORTI DI STAMPA ecologici, economici e duttili, dalla resa fenomenale; che I TEMPI DI PRODUZIONE, grazie ai mock-up e alla prototipazione, sono ridottissimi e che si può avere un prodotto finito e curatissimo in meno di 10 giorni; che LE LASTRE SONO SCOMPARSE, perché sono costose ed inquinanti, e se proprio si decide di stampare in off-set, le lastre si fanno DIGITALI; che sono cambiati gli INCHIOSTRI, LE COLLE, I MACCHINARI; che è possibile stampare con una dozzina di macchine talmente efficienti e coordinate da essere mandate da un solo operatore ben preparato; che anche con le nuove tecniche è possibile produrre tipografia di altissima qualità con finiture straordinarie, perché tutta LA STAMPA NOBILITATA adesso è possibile anche in digitale; che ogni prodotto classico, dall'etichetta in bobina per vino ed olio fino alla scatola per cosmesi, può essere prodotto con TECNICHE DI STAMPA meno costose, più rapide e spesso anche di maggior qualità.
E' vero che le macchine tipografiche di nuova generazione sono costose e completamente informatizzate. Tuttavia è anche vero che non si può scaricare il costo della propria mancata innovazione sui clienti, fornendogli prodotti cari e imprecisi a costi esorbitanti, prodotti in tempi lunghissimi. Questo non è etico e non ha vita lunga.
Per questa ragione, spesso in questi mesi, mi sono sentita come quel capotreno sul treno verso il mare, a fianco del vetturino al galoppo: guardo il suo cavallo, la carrozza, la frusta, il sudore sulla fronte, il cappello che vola via, mentre il futuro gli passa accanto al doppio della velocità.
L'industria tipografica si è evoluta tantissimo e permette prodotti di altissima qualità, in tempi brevi, costi contenuti e nel rispetto dell'ambiente. E mese dopo mese, escono innovazioni che permettono sempre di più una stampa ecologica, dai tempi di produzione rapidissimi e dai costi ragionevoli.
Perché allora stampare ancora in modo obsoleto? Il prezzo dell'obsolescenza dei fornitori lo pagano proprio i loro clienti.
"Si è sempre fatto così" chiosa il toscano medio. Sì, ma viviamo per la prima volta in un tempo dove la conservazione non è un vantaggio, ma una pesantissima zavorra.
Riflettiamo su queste cose, mentre salutiamo i dinosauri tipografici, sui quali incombe l'arrivo del grande meteorite del XXI secolo. Io, torno ai miei inchiostri ecologici e alle mie colle vegan.
Se stai cercando uno studio grafico e tipografico creativo, professionale e dalla lunga esperienza, rivolgiti a noi. Creiamo bene, stampiamo meglio!
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